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L'AMMINISTRAZIONE LOCALE IN GERMANIA

IPSEN, JÖRN

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 6/1996, pág. 405

1. I fondamenti costituzionali dell'autonomia amministrativa comunale. 2. Gli affari di autonomia amministrativa dei comuni e dei circondari (la sfera d'azione propria). 3. Gli affari delegati dei comuni e dei circondari (sfera d'azione delegata). 4. Il diritto comunale dell'economia. 5. Le fonti di entrata degli enti locali territoriali.6....

1. I fondamenti costituzionali dell'autonomia amministrativa comunale. 2. Gli affari di autonomia amministrativa dei comuni e dei circondari (la sfera d'azione propria). 3. Gli affari delegati dei comuni e dei circondari (sfera d'azione delegata). 4. Il diritto comunale dell'economia. 5. Le fonti di entrata degli enti locali territoriali.6. Diritto costituzionale comunale. 7. Autonomia amministrativa comunale e controllo ....

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L'ASSETTO FINANZIARIO DELLE REGIONI NELLA PROSPETTIVA DI SVILUPPO DEL SISTEMA DELLE AUTONOMIE

MASTRAGOSTINO, FRANCO

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 1/1989, pág. 25

I. PREMESSA. II. EL SISTEMA COSTITUZIONALE DELL'AUTONOMIA FINANZIARIA DELLE REGIONI. III. LA LEGGE 16 MAGGIO 1970 N. 281 ED IL PROTRARSI DI UN REGIME PROVVISORIO. IV. I TRASFERIMENTI STATALI A DESTINAZIONE VINCOLATA. V. LA PROGRAMMAZIONE ED IL COORDINAMENTO DELLA FINANZA PUBBLICA. VI. LA PROSPETTIVE DI SVILUPPO DEL SISTEMA FINANZIARIO REGIONALE.


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L'ATTIVITA DELLA CONFERENZA STATO-CITTA ED AUTONOMIE LOCALI. UNA SCHEDA INFORMATIVA

GASPARI, OSCAR

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 1/1998, pág. 43

1. Norme costitutive. 2. Composizione. 3. Funzioni principali.


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L'ATTUAZIONE DELL'ARTICOLO 11 DELLA LEGGE COSTITUZIONALE N. 3/2001

GIANNITI, LUIGI

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 6/2001, pág. 1113

1. Cenni introduttivi. 2. Un problema di fonti. 3. Argomenti a favore del ricorso ai regolamenti parlamentari. 4. Il problema delle modalità di integrazione della commissione. 5. Il problema delle modalità di votazione della commissione. 6. Le forme di coinvolgimento della commissione integrata. 7. Efficacia dei pareri espressi dalla commissione...

1. Cenni introduttivi. 2. Un problema di fonti. 3. Argomenti a favore del ricorso ai regolamenti parlamentari. 4. Il problema delle modalità di integrazione della commissione. 5. Il problema delle modalità di votazione della commissione. 6. Le forme di coinvolgimento della commissione integrata. 7. Efficacia dei pareri espressi dalla commissione integrata.

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L'ATTUAZIONE DELLA LEGGE 15 GENNAIO 1986, N. 4 SUL NUOVO ASSETTO ORGANICO DELLE UU.SS.LL.

MARTINO, ANTONIO

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 3/1987, pág. 31

I. I PRINCIPI DELLA L. 15.1.1986, N.4 II. L'U.S.L. COME AZIENDA SPECIALE DI SERVIZI SANITARI. III. SEGUE. RIFLESSI SULLA DISCIPLINA DELLA MATERIA DELLE ASPETTATIVE, PERMESSI E INDENNITA DEGLI AMMINISTRATORI DELLE U.S.L. 4. "U.S.L. COME AZIENDA SPECIALE DI COMUNI, ASSOCIAZIONI DI COMUNI E DI COMUNITA MONTANE E NON ANCHE DI COJMUNITAìMONTANE...

I. I PRINCIPI DELLA L. 15.1.1986, N.4 II. L'U.S.L. COME AZIENDA SPECIALE DI SERVIZI SANITARI. III. SEGUE. RIFLESSI SULLA DISCIPLINA DELLA MATERIA DELLE ASPETTATIVE, PERMESSI E INDENNITA DEGLI AMMINISTRATORI DELLE U.S.L. 4. "U.S.L. COME AZIENDA SPECIALE DI COMUNI, ASSOCIAZIONI DI COMUNI E DI COMUNITA MONTANE E NON ANCHE DI COJMUNITAìMONTANE INTEGRATE...

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L'ATTUAZIONE DELLA RIFORMA DEL COMMERCIO. ADEMPIMENTI, TEMPISTICA E FASE DI TRANSIZIONE

CANESTRINI, ERCOLE

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 4/1999, pág. 729

1. Premessa. 2. L'intervento del Governo, delleRegioni e delle Autonomie locali. 3. La nuova programmazionedella rete distributiva nella Regione Emilia-Romagna: isoggetti, la metodologia, gli strumenti e la tempistica. 4.La transizione verso il nuovo quadro normativo. 5. Ilcommercio su aree pubbliche.


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L'ATTUAZIONE DELLA RIFORMA NEGLI ENTI LOCALI

MARTIN, GIANCANDIDO DE

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 3/1994, pág. 293


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L'ATTUAZIONE NELLE REGIONI. UNA PRIMA ANALISI COMPARATIVA

ZAPPI, ONORIO

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 4/1999, pág. 705

1. I ritardi accumulati e il successivo vuotonormativo. 2. Leggi cornice quali scatole vuote di contenutiprogrammatici. 3. La scarsa applicazione degli spuntiprogrammatici innovativi del d.lgs. n. 114/1998. 4. Unaprogrammazione di tipo quantitativo se non "numerica". 5.L'ulteriore suddivisione delle tipologie distributive. 6.L'uso...

1. I ritardi accumulati e il successivo vuotonormativo. 2. Leggi cornice quali scatole vuote di contenutiprogrammatici. 3. La scarsa applicazione degli spuntiprogrammatici innovativi del d.lgs. n. 114/1998. 4. Unaprogrammazione di tipo quantitativo se non "numerica". 5.L'ulteriore suddivisione delle tipologie distributive. 6.L'uso dello zoning specifico per tipologia distributiva e laconseguente esaltazione dei valori delle aree a destinazionecommerciale. 7. La mancanza di una stretta connessione traprogrammazione commerciale e la pianificazione territorialeai vari livelli (comunale, provinciale, regionale) 8.Carenza di strumenti di flessibilita per le medie strutturedi vendita. 9. La valorizzazione delle attività commercialiinsediate nei centri storici e il ruolo delle mediestrutture di vendita. 10. La mancata definizione dellemodalita di realizzazione degli empori polifuncionali neicentri abitati minori.

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L'AUTONOMIA FINANZIARIA DEGLI ENTI TERRITORIALI NEL NUOVO TITOLO V DELLA COSTITUZIONE

DE GRAZIA, DAVIDE

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 2/2002, pág. 267

1. Premessa. 2. Le competenze normative in tema di finanza territoriale. 3. Il nuovo art. 119 della Costituzione. 4. Il problema dei controlli. 5. Sussidiarietà e sistema di finanza locale. 6. L'autonomia differenziata ed il suo finanziamento.



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L'AUTONOMIA NORMATIVA, ORGANIZZATIVA E AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI LOCALI DOPO LA LEGGE 3 AGOSTO 1999, N.265

SCARCIGLIA, ROBERTO

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 2/2000, pág. 291

1. Premessa. 2. Autonomia normativa e sistema dellefonti locali. 3. Limiti all'autonomia normativa. 4. Profilirelativi all'autonomia organizzativa e amministativa.



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L'AUTONOMIA STATUTARIA DELLE SCUOLE: QUALI PROSPETTIVE?

SAITTA, FABIO

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 4/2004, pág. 561 a 591

1. BREVI CENNI SULL'AUTONOMIA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE ALLA LUCE DELLE RECENTI RIFORME. 2. IL POSSIBILE RUOLO DELL'AUTONOMIA STATUTARIA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE. 3. LE PROSPETTIVE DELL'AUTONOMIA STATUTARIA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE NELL'ATTUALE QUADRO COSTITUZIONALE. 4. PRO E CONTRO DI UNA DIFFICILE SCELTA DI POLITICA LEGISLATIVA....

1. BREVI CENNI SULL'AUTONOMIA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE ALLA LUCE DELLE RECENTI RIFORME. 2. IL POSSIBILE RUOLO DELL'AUTONOMIA STATUTARIA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE. 3. LE PROSPETTIVE DELL'AUTONOMIA STATUTARIA DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE NELL'ATTUALE QUADRO COSTITUZIONALE. 4. PRO E CONTRO DI UNA DIFFICILE SCELTA DI POLITICA LEGISLATIVA. 5. L'ESEMPIO DELL'ORGANIZZAZIONE "AUTONOMISTICA" DELLA TUTELA DELLA SALUTE. 6. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE.

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L'AUTONOMIA TRIBUTARIA DELLE REGIONI E DEGLI ENTI LOCALI: LO STATO DI ATTUAZIONE DELL'ART. 119 . COSTITUZIONE ALLA LUCE DELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE.

NIKIFARAVA, KHELENA

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 6/2004, pág. 955 a 975

1. PREMESSA. 2. LE PROBLEMATICHE CONNESSE ALL'ATTUAZIONE DELL'ART. 119 COST. 3. TRIBUTI "PROPRI" DEGLI ENTI TERRITORIALI. 4. LA RISERVA DI LEGGE DELL'ART. 23 COST. E LA PODESTA`IMPOSITIVA DEGLI ENTI SUB-REGIONALI. 5. CONCLUSIONI.


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L'ELEZIONE DIRETTA DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE E LA NUOVA FORMA DI GOVERNO REGIONALE

MARIUCCI, LUIGI

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 6/1999, pág. 1149

1. I precedenti. 2. La figura del Presidente dellaRegione e le sue implicazioni politico-istituzionali. 3.Elezione diretta del Presidente e "nuove Regioni". 4.Conclusioni.


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L'EUROPA DEGLI SPAZI REGIONALI: NEOREGIONALISMO ED INTEGRAZIONE COMUNITARIA

PINI, GUIDO

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 6/1992, pág. 873

1. Il tema dell'Europa come argomento "trasversale"ìper le regioni nel frangente del 1992 (l'allocazione (anche)ìa livello regionale degli interessi dei cittadini, per laìprogrammazione dello sviluppo economico europeo). 2.ìL'Europa degli spazi regionali. Il neoregionalismo italianoìe l'Europa. 3. Appendice: per un equilibrio...

1. Il tema dell'Europa come argomento "trasversale"ìper le regioni nel frangente del 1992 (l'allocazione (anche)ìa livello regionale degli interessi dei cittadini, per laìprogrammazione dello sviluppo economico europeo). 2.ìL'Europa degli spazi regionali. Il neoregionalismo italianoìe l'Europa. 3. Appendice: per un equilibrio regionaleìeuropeo.

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L'EVOLUZIONE DEL FEDERALISMO NELLA REPUBBLICA FEDERALE TEDESCA

MUSSGNUG, REINHARD

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 5/1998, pág. 889

1. L'impostazione federalista della Legge fondamentale. a) Principio federale e federalismo. b) Lo Stato federale unitario della Repubblica di Weimar. c) L'opzione federale del Consiglio parlamentare. d) Le disposizioni della Legge fondamentale contro l'unitarizzazione dello Stato federale tedesco. e) L'intervento degli alleati. 2. Tendenze...

1. L'impostazione federalista della Legge fondamentale. a) Principio federale e federalismo. b) Lo Stato federale unitario della Repubblica di Weimar. c) L'opzione federale del Consiglio parlamentare. d) Le disposizioni della Legge fondamentale contro l'unitarizzazione dello Stato federale tedesco. e) L'intervento degli alleati. 2. Tendenze all'unitarizzazione. a) Il dominio della legislazione federale. b) Prevalenza dei Länder nell'amministrazione?. 3. Il futuro del federalismo. a) Il passaggio dal "federalismo delle radici" a quello regionale. b) La funzione politico-costituzionale del federalismo. 4. Il futuro del federalismo nella Repubblica federale tedesca. a) Pressioni verso l'uniformità nell'amministrazione.

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L'EVOLUZIONE DEL SISTEMA SCOLASTICO IN GRAN BRETAGNA

TORRE, ALESSANDRO

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 5/1999, pág. 965

1 Le grandi fasi del riformismo scolastico. 2.L'espansione della comprehensive school: una riformatradita?. 3. La controffensiva thatcheriana. 4. Laself-managing school nell'epoca del National Curriculum. 5.Scuola, local government, ministeri. 6. Considerazioniconclusive.


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L'INTERVENTO DELLE REGIONI NELLA POLITICA EUROPEA. UN'ANALISI COMPARATA

NAGEL, KLAUS-JÜRGEN

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 1/2004, pág. 43

1. PREMESSA. 2. LA GERMANIA. 3. L'AUSTRIA. 4. IL BELGIO. 5. LA GRAN BRETAGNA.


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L'IRAP: LA NATURA E LA STRUTTURA DEL TRIBUTO

MARE, MAURO;CAIAFFA, ANTONELLA

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 4/1999, pág. 561

1. Introduzione. 2. Le ragioni del tributo. 3. Lastruttura del tributo. 4. Gli effetti redistributivi. 5.L'Irap e il federalismo regionale. 6. Conclusioni.


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L'ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE PROFESSIONALE TRA COORDINAMENTO COMUNITARIO E FUNZIONI NAZIONALI

MONICA COCCONI

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 3/2004, pág. 285 a 308

I. PREMESSA.ESPOSIZIONE DELLE TESI DI FONDO. II. LE BASI GIURIDICHE DELL'INTERVENTO COMUNITARIO NEL SETTORE DELL'ISTRUZIONE E L'ATTIVAZIONE DEL COORDINAMENTO COMUNITARIO DELL'ISTRUZIONE. III. IL METODO DI COORDINAMENTO COMUNITARIO SULL'ISTRUZIONE COME TECNICA IN GRADO DI CONIUGARE L'INDIVIDUAZIONE DI INTERESSI UNITARI A LIVELLO COMUNITARIO...

I. PREMESSA.ESPOSIZIONE DELLE TESI DI FONDO. II. LE BASI GIURIDICHE DELL'INTERVENTO COMUNITARIO NEL SETTORE DELL'ISTRUZIONE E L'ATTIVAZIONE DEL COORDINAMENTO COMUNITARIO DELL'ISTRUZIONE. III. IL METODO DI COORDINAMENTO COMUNITARIO SULL'ISTRUZIONE COME TECNICA IN GRADO DI CONIUGARE L'INDIVIDUAZIONE DI INTERESSI UNITARI A LIVELLO COMUNITARIO CON IL RISPETTO DI UNA SIGNIFICATIVA DIFFERENZIAZIONE DELLE POLITICHE NAZIONALI. ..,

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L'ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA IN ITALIA

GASPERONI, GIANCARLO

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 5/1999, pág. 1035

1. Premessa. 2. L'ordinamento scolastico italiano.3. Il decentramento. a) L'autonomia degli istitutiscolastici. 5. L'integrazione tra istruzione pubblica eprivata. 6. La valutazione dei processi scolastici.


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LA "CONSULTA" DEL'EMILIA-ROMAGNA NEL QUADRO DEI NUOVI ORGANI REGIONALI DI GARANZIA STATUTARIA

GROPPI, TANIA

REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 1/2005, pág. 75 a 93

1. Gli organi di garanzia statutaria nei nuovi Statuti regionali... 2. ... e nella giurisprudenza della Corte costituzionale. 3. La Consulta di garanzia statutaria secondo l'art. 69 dello Statuto della Regione Emilia-Romagna. 4. Una prima valutazione delle norme statutarie sugli organi regionali di garanzia.



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