I RAPPORTI TRA GLI ORGANI POLITICI. LORO EVOLUZIONE E INNOVAZIONI NELLA LEGGE 265/99
BARUSSO, EDOARDO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 2/2000, pág. 343
1. Premessa. 2. L'evoluzione delle modalitá dielezione o nomina degli organi politici e dei rapporti tradi essi. 3. L'evoluzione del quadro delle competenze degliorgani politici. 4. Le novitá della l. 265/99.
I RAPPORTI TRA REGIONE ED ENTI LOCALI NEL NUOVO STATUTO DELLE REGIONE EMILIA-ROMAGNA
MERLONI, FRANCESCO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 1/2005, pág. 95 a 123
1. Premessa. Come leggere le norme statutarie sui rapporti Regioni-enti locali. 2. I punti di verifica: a) La distribuzione delle funzioni. 3. Segue: b) I rapporti tra legge regionale e autonomia normativa locale. 4. Segue: c) L'organizzazione territoriale degli enti locali. 5. Segue: d) La finanza locale. 6. Segue: e) Le garanzie regionali...
1. Premessa. Come leggere le norme statutarie sui rapporti Regioni-enti locali. 2. I punti di verifica: a) La distribuzione delle funzioni. 3. Segue: b) I rapporti tra legge regionale e autonomia normativa locale. 4. Segue: c) L'organizzazione territoriale degli enti locali. 5. Segue: d) La finanza locale. 6. Segue: e) Le garanzie regionali dell'autonomia locale. 7. Segue: f) I controlli e le altre forme di verifica. 8. Segue: g) La leale collaborazione tra Regione ed enti locali. 9. Da una Regione capofila ci si poteva aspettare di più?.
I REGOLAMENTI INTERNI DEI CONSIGLI REGIONALI: NOTE MINIME
PICCHI, MARTA
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 1/2001, pág. 269
1. Premessa. 2. Il fondamento dei regolamentiinterni dei Consigli regionali. 3. Il controllo della Cortecostituzionale sui regolamenti interni consiliari. 4. Lenorme dei regolamenti interni consiliari quali parametri dilegittimità. 5. Il rapporto fra regolamenti consiliari eleggi regionali.
I SERVIZI EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA. L'ESPERIENZA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA.
DONDI, RITA
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 6/2004, pág. 939 a 954
1. ASSETTO GIURIDICO DELL'ISTRUZIONE E DEI SERVIZI EDUCATIVI A SEGUITO DELLA MODIFICA DEL TITOLO V DELLE COSTITUZIONE. 2. I RECENTI ORIENTAMENTI DELLA CORTE COSTITUZIONALE IN MATERIA DI ASILI NIDO. 3. IL DISEGNO DI LEGGE STATALE N. 2583 RIGUARDANTE I SERVIZI EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA. 4. I SERVIZI EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA NELLA...
1. ASSETTO GIURIDICO DELL'ISTRUZIONE E DEI SERVIZI EDUCATIVI A SEGUITO DELLA MODIFICA DEL TITOLO V DELLE COSTITUZIONE. 2. I RECENTI ORIENTAMENTI DELLA CORTE COSTITUZIONALE IN MATERIA DI ASILI NIDO. 3. IL DISEGNO DI LEGGE STATALE N. 2583 RIGUARDANTE I SERVIZI EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA. 4. I SERVIZI EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA NELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA. 5. CONCLUSIONI.
I SERVIZI PUBBLICI LOCALI GESTITI IN ECONOMIA
NICOLETTI, GIOSUE
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 1/1992, pág. 65
1. I servizi in economia nel t.u. 15 ottobre 1925.ì2. I servizi in economia nelle leggi finanziarie degliìultimi anni. 3. Il divieto di "municipalizzare" e le normeìper la trasformazione in azienda speciale. 4.ìL'organizzazione dei servizi in economia. 5. Il sistemaìinformativo contabile per i servizi in economia. 6. Iìservizi...
1. I servizi in economia nel t.u. 15 ottobre 1925.ì2. I servizi in economia nelle leggi finanziarie degliìultimi anni. 3. Il divieto di "municipalizzare" e le normeìper la trasformazione in azienda speciale. 4.ìL'organizzazione dei servizi in economia. 5. Il sistemaìinformativo contabile per i servizi in economia. 6. Iìservizi in economia nella legge 142/90. 7. I servizi inìeconomia nel d.d.l. 750 sull'ordinamento dei servizi ...
I SERVIZI PUBBLICI LOCALI: RAGIONI E CONTENUTI DI UNA RIFORMA DIFFICILE
PIPERATA, GIUSEPPE
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 2/2000, pág. 397
1. Premessa: i tentativi di riformadell'ordinamento dei servizi locali. 2. Le ragioni dellariforma dei servizi pubblici locali. 3. I contenuti deld.d.l. 4.014 di riforma dei servizi pubblici locali. 4.Conclusioni: i fattoti di "difficoltá" della riforma.
LUCA PALATUCCI
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 3/2003, pág. 647 a 660
I.INTRODUZIONE. II. LA "DISPARITÀ DELLE ARMI" IN MATERIA DI FINANZA STRAORDINARIA. III. IL DIVIETO DI INDEBITAMENTO COME GARANZIA DELLA FORMA DI GOVERNO MAGGIORITARIA. IV.ELUSIONES, VIOLAZIONE E RISCRITTURA DEL DIVIETO STABILITO DALL'ART. 119, COMMA 6, COST. DA PARTE DELLA LEGISLAZIONE STATALE E REGIONALE. ...
DIQUATTRO, GIOVANNI
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 6/2004, pág. 1083 a 1097
1. PREMESSA. 2. L'ESTENSIONE DELL'AGEVOLAZIONE AI FINI DELL'IMPOSTA COMUNALE SUGLI IMMOBILI. 3. ALCUNI DATI STATISTICI RELATIVI ALLE RENDITE NELLA CITTÁ DI FERRARA. 4. IL PROCESSO DI SEMPLIFICAZIONE RICHIEDE IL PASSAGGIO DA UN CATASTO DI RENDITE AD UN CATASTO DI VALORI. 5. LA TITOLARITÁ DEL DATO CATASTALE ED IL TRASFERIMENTO DELLE RELATIVE...
1. PREMESSA. 2. L'ESTENSIONE DELL'AGEVOLAZIONE AI FINI DELL'IMPOSTA COMUNALE SUGLI IMMOBILI. 3. ALCUNI DATI STATISTICI RELATIVI ALLE RENDITE NELLA CITTÁ DI FERRARA. 4. IL PROCESSO DI SEMPLIFICAZIONE RICHIEDE IL PASSAGGIO DA UN CATASTO DI RENDITE AD UN CATASTO DI VALORI. 5. LA TITOLARITÁ DEL DATO CATASTALE ED IL TRASFERIMENTO DELLE RELATIVE COMPETENZE AI COMUNI. 6. I PRINCIPI COSTITUZIONALI E LA DISCIPLINA DE IURE CONTENDO. 7. CONCLUSIONI.
IL COLLOCAMENTO E LE AZIONI PER FAVORIRE L'INCONTRO TRA DOMANDA E OFFERTA
GHIROTTI, MAURO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 3/1998, pág. 338
1. Note introduttive: il punto della situazione. 2. I servizi a sostegno dell'incontro domanda ed offerta e novità normative. 3. Un servizio pubblico preselettivo. 4. Verso il nuovo collocamento. 5. Conclusioni.
IL CONCETTO DI LIVELLI ESSENZIALI E UNIFORMI COME GARANZIA IN MATERIA DI DIRITTI SOCIALI
BALBONI, ENZO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 6/2001, pág. 1103
1. Considerazioni introduttive. 2. Il livello uniforme nella legislazione ordinaria. 3. Il livello uniforme nella Costituzione. 4. I livelli uniformi e la solidarietà sociale nelle previsioni fiscali. 5. Un primo tentativo di chiarificazione terminologica. 6. I livelli uniformi e il rapporto Stato/Regioni.
IL CONSIGLIO REGIONALE: FUNZIONI DI INDIRIZZO E DI CONTROLLO
BIN, ROBERTO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 1/2001, pág. 85
1. La "forza" del legislatore. 2. Un legislatore"competitivo". 3. Atti normativi e atti politici. 4. Latitolarità dell'indirizzo politico. 5. Le nomine. 6. Ilcontrollo politico. 7. Comunicazione e partecipazione.
BELLETTI, MICHELE
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 6/2002, pág. 1113
1. La (falsa) problematica dell'assenza di disposizioni transitorie nella riforma del Titolo V. 2. Ordinanza n. 383 del 2002 e sentenze nn.376 e 422 del 2002; valenza temporale della complessiva riforma del Titolo V. 2.1. Le diverse sfaccettature del principio di continuità. 2.2. La continuità riferita alle leggi attributive di competenza....
1. La (falsa) problematica dell'assenza di disposizioni transitorie nella riforma del Titolo V. 2. Ordinanza n. 383 del 2002 e sentenze nn.376 e 422 del 2002; valenza temporale della complessiva riforma del Titolo V. 2.1. Le diverse sfaccettature del principio di continuità. 2.2. La continuità riferita alle leggi attributive di competenza. 3. La nuova allocazione di potestà regolamentare. 3.1. Nell'orientamento del Consiglio di Stato. 4. Conclusioni: quali conseguenze sul piano sostanziale?.
CARDONE, ANDREA
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 5/2002, pág. 655
1. La riforma dell'art. 123 Cost. ed il "problema aperto" del controllo di costituzionalità sugli statuti delle Regioni ordinarie. 2. Le diverse opzioni interpretative ed il vaglio della dottrina: gli argomenti a favore del carattere preventivo del controllo di costituzionalità. 3. L'intervento della Corte costituzionale ...
1. La riforma dell'art. 123 Cost. ed il "problema aperto" del controllo di costituzionalità sugli statuti delle Regioni ordinarie. 2. Le diverse opzioni interpretative ed il vaglio della dottrina: gli argomenti a favore del carattere preventivo del controllo di costituzionalità. 3. L'intervento della Corte costituzionale con la sentenza n. 304 del 2002: la vicenda ed il merito. 4. I problemi lasciati insoluti dalla pronuncia della Corte e le possibili soluzioni. 5. Considerazioni conclusive.
IL DECENTRAMENTO DELLA POLITICA DEI BENI CULTURALI.
BOBBIO, LUIGI
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 2/1997, pág. 291
1. I due precedenti. 2. La politica dei beni culturali è una politica accentrata?. 3. Chi deve occuparsi del patrimonio culturale? Cosmopoliti, nazionalisti e contestualisti. 4. Chi può occuparsene in modo efficace ed equo? Distanza e vicinanze, scientificità e consenso. 5. Dividere i beni? Dividere le funzioni?. 6. Il decentramento spagnolo...
1. I due precedenti. 2. La politica dei beni culturali è una politica accentrata?. 3. Chi deve occuparsi del patrimonio culturale? Cosmopoliti, nazionalisti e contestualisti. 4. Chi può occuparsene in modo efficace ed equo? Distanza e vicinanze, scientificità e consenso. 5. Dividere i beni? Dividere le funzioni?. 6. Il decentramento spagnolo e quello francese. 7. Un assetto federale per i beni culturali. 8. Le prospettive.
IL DIBATTITO COSTITUZIONALE IN EUROPA E GLI INTERESSI DEI LÄNDER TEDESCHI
GROBE HÜTTMANN, MARTIN
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 1/2004, pág. 77
1. INTRODUZIONE. 2. LE CIG NEGLI ANNI '90 E GLI INTERESSI DEI LÄNDER. 3. L'EUROPA DOPO NIZZA: "SCELTE DIFFICILI". 4. CONCLUSIONI.
IL DIRITTO DELL'AMBIENTE NELLA PROSPETTIVA EUROPEA
MINIERI, GIUSEPPE
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 3/1995, pág. 295
BIN, ROBERTO;D'ATENA, ANTONIO;CARETTI, PAOLO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 6/1997, pág. 501
IL FINANZIAMENTO DEI PARTITI POLITICI. SPAGNA
BIANCO, ALESSANDRO;CUSMANO, ANDREA;EWING, KEITH D.
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 7/1995, pág. 1221
1. Brevi note a margine dell'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti politici. 2. La legge toscana sulla disciplina delle spese relative alle campagne elettorali per le elezioni regionali, in attuazione della legge 23 febbraio 1995, n. 43. 3. Il finanziamento dei partiti politici in Gran Bretagna. 4. La disciplina del...
IL GOVERNO DELL'ENTE LOCALE FRA LEGGI DI RIFORMA E STATUTI
GAMBINO, SILVIO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 5/1993, pág. 959
1. L'organizzazione del governo locale nella l.ì142/90. 2. Organizzazione del governo e amministrazioneìlocale: i principali risultati di una ricerca di campoìsull'attuazione dell'autonomia statutaria. 3.ìL'organizzazione del governo locale nella l. 81/93. 4.ìL'organizzazione amministrativa secondo la l. 142/90ì(art.51), la l.241/90...
1. L'organizzazione del governo locale nella l.ì142/90. 2. Organizzazione del governo e amministrazioneìlocale: i principali risultati di una ricerca di campoìsull'attuazione dell'autonomia statutaria. 3.ìL'organizzazione del governo locale nella l. 81/93. 4.ìL'organizzazione amministrativa secondo la l. 142/90ì(art.51), la l.241/90 e il d.l.vo 29/93: profiliìgiuridico-istituzionali e problematiche attuative ...
IL GOVERNO DELL'ISTRUZIONE IN BELGIO E OLANDA. PLURALISMO CULTURALE E ISTITUZIONALE
VENTURA, SOFIA
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 5/1999, pág. 825
1. Il pluralismo istituzionale: origini. a) Il casodei Paesi Bassi: il Patto scolastico del 1917. b) Il casodel Belgio. 2. Le dimensioni del decentramento. a) I PaesiBassi. b) Il Belgio. 3. Il finanziamento del sistema. a) Ipaesi Bassi. b) Il Belgio. 4. L'autonomia degli istitutiscolastici. a) I Paesi Bassi. b) Il Belgio. 5. Il controlloe...
1. Il pluralismo istituzionale: origini. a) Il casodei Paesi Bassi: il Patto scolastico del 1917. b) Il casodel Belgio. 2. Le dimensioni del decentramento. a) I PaesiBassi. b) Il Belgio. 3. Il finanziamento del sistema. a) Ipaesi Bassi. b) Il Belgio. 4. L'autonomia degli istitutiscolastici. a) I Paesi Bassi. b) Il Belgio. 5. Il controlloe la valutazione del sistema. a) I Paesi Bassi. b) IlBelgio. 6. I problemi del pluralismo.
IL GOVERNO DELLA METROPOLI MILANESE:STRUTTURE E PROCESSI.
PASTORI, GIORGIO;DENTE, BRUNO;BALBONI, ENZO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 1/1990, pág. 25
1. Il goberno metropolitano come problema diìricerca. 2. I processi di governo nella metropoli milanese.ì3. Le prospettive del governo metropolitano.
IL GOVERNO LOCALE NELL'ECONOMIA GLOBALE
BARBERA, AUGUSTO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 6/1999, pág. 1095
1. Le variabili ambientali dello sviluppoeconomico. 2. Le tendenze "federal-regionaliste". 3.Quattro condizioni per un adeguato governo regionale elocale.
IL LIMITE AL NUMERO DEI MANDATI. ESPERIENZA ITALIANE E MODELLO AMERICANO
FUSARO, CARLO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 3/2001, pág. 773
1. Qualche nota introduttiva e metodologica. 2. Illimite dei mandati nella legge 81/93. 3. Il limite deimandati: elementi di comparazione. 4. Il limite dei mandatinel diritto costituzionale comparato: il caso americano. 5.Alcuni primi studi sull'esperienza degli organi monocraticidemo-eletti in Italia. 6. Analisi dei pro e contro di unalimitazione...
1. Qualche nota introduttiva e metodologica. 2. Illimite dei mandati nella legge 81/93. 3. Il limite deimandati: elementi di comparazione. 4. Il limite dei mandatinel diritto costituzionale comparato: il caso americano. 5.Alcuni primi studi sull'esperienza degli organi monocraticidemo-eletti in Italia. 6. Analisi dei pro e contro di unalimitazione dei mandati: sintesi. 7. Considerazioniconclusive.
IL LIMITI DELLE SEMPLIFICAZIONI.
ALESSANDRO NATALINI
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 1/2003, pág. 69 a 89
I. IL SISTEMA DELLE SEMPLIFICAZIONI. II. LA LEGGE ANNUALE E I REGOLAMENTI DI SEMPLIFICAZIONE. III. LIMITI DEI REGOLAMENTI DI SEMPLIFICAZIONE. IV. CRITERI D'AZIONE.