LA PEREQUAZIONE FISCALE TRA LE REGIONI DOPO LA MANOVRA FINANZIARIA 1999
ZANARDI, ALBERTO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 4/1999, pág. 609
1. Introduzione. 2. Il punto di partenza: lariforma Irap. 3. Il federalismo fiscale regionale nelCollegato fiscale 1999. a) Compartecipazioni e perequazione.b) Il sistema perequativo: alcune simulazioni numeriche. 4.Conclusioni.
LA POLITICA DEL LAVORO NEL SISTEMA FEDERALE TEDESCO
ERNST KEMPEN, OTTO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 3/1998, pág. 421
1. Genesi, finalità e garanzie costituzionali del federalismo tedesco. 2. La garanzia costituzionale del federalismo nella legge fondamentale. 3. La politica regionale del lavoro. a) La costituzionalizzazione della politica regionale in materia occupazionale. b) La politica finanziaria e di bilancio dei Länder come fondamento della politica...
1. Genesi, finalità e garanzie costituzionali del federalismo tedesco. 2. La garanzia costituzionale del federalismo nella legge fondamentale. 3. La politica regionale del lavoro. a) La costituzionalizzazione della politica regionale in materia occupazionale. b) La politica finanziaria e di bilancio dei Länder come fondamento della politica occupazionale regionale. 4. Le proposte di riforma. a) Il riordinamento territoriale dei Länder. b) Riforma del sistema di perequazione finanziaria. 5. La prassi finora seguita dai Länder in tema di politica occupazionale.
BRUZZO, AURELIO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 5/1989, pág. 133
1. Introduzione. 2. La política regionaleìfinanziaria. 3. La legislazione regionale di attuazione,ìsul piano istituzionale, della legge 443/1985. 4. Laìlegislazione regionale di promozione economico-finanziaria.ì5. La legislazione regionale a favore della formazione eìdell'occupazione giovanile. 6. La legislazione regionale diìincentivazione...
1. Introduzione. 2. La política regionaleìfinanziaria. 3. La legislazione regionale di attuazione,ìsul piano istituzionale, della legge 443/1985. 4. Laìlegislazione regionale di promozione economico-finanziaria.ì5. La legislazione regionale a favore della formazione eìdell'occupazione giovanile. 6. La legislazione regionale diìincentivazione dell'innovazione tecnologica 7...
LA POLITICA DI COESIONE DELL'UNIONE EUROPEA PER IL PERIODO 2007-2013. LO STATO DEI LAVORI
SORRENTE, GIUSEPPE
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 6/2002, pág. 1083
1. La cornice istituzionale. 2. Le condizioni di contesto. 3. Il quadro finanziario. 4. La revisione intermedia della PAC. 5. Il dibattito fra gli Stati membri e con la Commissione sulla nuova politica di coesione comunitaria. 6. Proposta della DG Regio sulla riforma della politica regionale di coesione. 7. Cenni sulla nuova politica...
1. La cornice istituzionale. 2. Le condizioni di contesto. 3. Il quadro finanziario. 4. La revisione intermedia della PAC. 5. Il dibattito fra gli Stati membri e con la Commissione sulla nuova politica di coesione comunitaria. 6. Proposta della DG Regio sulla riforma della politica regionale di coesione. 7. Cenni sulla nuova politica sociale di coesione comunitaria. 8. La semplificazione della gestione delle politiche strutturali. 9. Questioni aperte. 10. La posizione italiana. 11. Alcune considerazioni conclusive.
LA POLITICA DI VALORIZZAZIONE DEL LAVORO ATTRAVERSO LA FORMAZIONE TRA STATO E REGIONI
COLASANTO, MICHELE
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 3/1998, pág. 317
1. Il connubio formazione e lavoro. 2. I nuovi termini del lavoro nel rapporto fra centro e periferia. 3. La formazione come risorsa delle politiche del lavoro. 4. L'intervento normativo e istituzionale tra regolamentazione e decentramento.
LA PREVIDENZA SOCIALE DOPO LA RIFORMA DELL'ART. 117
POGGI, ANNAMARIA
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 5/2002, pág. 759
1. La previdenza complementare e integrativa nel nuovo Titolo V: le "discontinuità" rispetto al quadro costituzionale e istituzionale precedente. 2. Le possibili ragioni: l'effetto "trascinamento" del decentramento delle funzioni amministrative e della conseguente riorganizzazione costituzionale del potere legislativo....
1. La previdenza complementare e integrativa nel nuovo Titolo V: le "discontinuità" rispetto al quadro costituzionale e istituzionale precedente. 2. Le possibili ragioni: l'effetto "trascinamento" del decentramento delle funzioni amministrative e della conseguente riorganizzazione costituzionale del potere legislativo. 3. Il nuovo riparto di competenze legislative: il ruolo delle Regioni (lo sviluppo delle "politiche" locali) 4. Il ruolo dello Stato: la garanzia del diritto di "cittadinanza" sociale. 5. La materia della "previdenza complementare e integrativa": il contenuto della formula. 6. Lo spazio legislativo regionale tra funzionalizzazione della previdenza complementare ...
LA PRIVATIZZAZIONE DEI SERVIZI IDRICI: SIA MITO CHE REALTÀ
CITRONI, GIULIO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 2/2006, pág. 315 a 337
1. Le dimensioni della privatizzazione. 2. Privatizzare il settore idrico italiano. 3. La dimensione del finanziamento. 4. La dimensione della fornitura. 5. La dimensione della responsabilità. 6. La dimensione del decision making. 7. La privatizzazione come sottoprodotto della politica locale.
LA PROBLEMATICA REVISIONE DEI CONSORZI
FRANCHI SCARSELLI, GUIDO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 5/1993, pág. 923
Premessa: caratteri e delimitazione oggettualeìdell'indagine. 1. Il consorzio quale modello gestionale perìl'amministrazione erogatrice dei servizi pubblici locali diìriferimento semi-vincolato all'azione degli enti locali diìmedia e piccola dimensione. 2. Gli aspetti problematici. 3.ìSegue: quelli risolti o comunque risolubili. 4. L'esperiezaìinnovativa...
Premessa: caratteri e delimitazione oggettualeìdell'indagine. 1. Il consorzio quale modello gestionale perìl'amministrazione erogatrice dei servizi pubblici locali diìriferimento semi-vincolato all'azione degli enti locali diìmedia e piccola dimensione. 2. Gli aspetti problematici. 3.ìSegue: quelli risolti o comunque risolubili. 4. L'esperiezaìinnovativa della legislazione della Regione Abruzzo. 5. Gliìeffetti di una recente pronuncia del giudice amministrativo.
LA PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA E IL NUOVO IMPULSO AL REGIONALISMO ECONOMICO
COCOZZA, FRANCESCO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 2/1999, pág. 259
1. Il nuovo quadro costituzionale di riferimento(nazionale e transnazionale): una prima riflessione sullacrisi degli strumenti autoritativi di intervento deipubblici poteri in economia e sull`avvento dello Stato didiritto economico. 2. La contraddittoria tendenza al glocal:una seconda riflessione sulla cosiddetta globalizzazionedei mercati,...
1. Il nuovo quadro costituzionale di riferimento(nazionale e transnazionale): una prima riflessione sullacrisi degli strumenti autoritativi di intervento deipubblici poteri in economia e sull`avvento dello Stato didiritto economico. 2. La contraddittoria tendenza al glocal:una seconda riflessione sulla cosiddetta globalizzazionedei mercati, specie finanziari, e sulla dimensione localedell'economia produttiva. 3. Il nuovo impulso al cosiddettoregionalismo economico: l'economia come fattore diconsolidamento della societá regionale e di innovazione deiprincípi dell'ordinamento giuridico. 4. Concertazionesociale, autonomie funzionali in campo economico,partenariato sociale. 5. Le forme giuridiche dellaprogrammazione negoziata: cenni e spunti problematici.6. Alcune considerazioni finali.
LA PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA NELL`AMBITO DELLA PIANIFICAZIONE URBANISTICA E DEI LAVORI PUBBLICI
PELLIZZER, FRANCO;ZANETTI, LEONARDO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 2/1999, pág. 283
1. Interessi pubblici e procedimenti amministrativitra programmazione negoziata, pianificazioni di settore eregole generali di semplificazione. 2. Effetti e ricaduteurbanistiche ed edilizie degli strumenti di programmazionenegoziata. 3. Gli effetti diretti, con riferimento alle areedepresse. 4. Gli effeti diretti, con riferimento all'interoterrritorio...
1. Interessi pubblici e procedimenti amministrativitra programmazione negoziata, pianificazioni di settore eregole generali di semplificazione. 2. Effetti e ricaduteurbanistiche ed edilizie degli strumenti di programmazionenegoziata. 3. Gli effetti diretti, con riferimento alle areedepresse. 4. Gli effeti diretti, con riferimento all'interoterrritorio nazionale. 5. Segue: gli oggetti delladisciplina concertata. 6. Gli effetti indiretti.Il caso deipoteri sostitutivi. 7. Elementi comuni e dissonanze traprogrammazione negoziata da un lato, strumenti dipianificazione urbanistica e realizzazione di operepubbliche dall'altro. 8. Segue: il versante urbanistico. 9. Segue: il versante delle opere pubbliche. 10. Alcunenotazioni a margine.
LA RAPPRESENTANZA DEGLI ENTI LOCALI. CONFERENZA O CONSIGLIO?
COSULICH, MATTEO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 1/2001, pág. 217
1. Quanto disciplinare. 2. Come disciplinare. 3.Conclusioni.
LA REDAZIONE DEGLI ATTI NORMATIVI E LA MANUTENZIONE DELLE FONTI.
UGO RESCIGNO, GIUSEPPE.
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 2/1989, pág. 1
1. GLI OBIETTIVI DELLA RICERCA. 2. MODALITA E RISULTATIìDELLA RICERCA. 3. RISULTATI IMPLICITI DELLA RICERCA, EìSUGGERIMENTI CHE NE DERIVANO. 4. IL GRADO DI APPLICAZIONEìDEI MANUALI ESISTENTI. CIO CHE I MANUALI SULLA REDAZIONE DEIìTESTI NORMATIVI NON POSSONO OTTENERE. 5. I RISULTATI DELLAìINDAGINE SULLE PROCEDURE SEGUITE NELLE REGIONI...
1. GLI OBIETTIVI DELLA RICERCA. 2. MODALITA E RISULTATIìDELLA RICERCA. 3. RISULTATI IMPLICITI DELLA RICERCA, EìSUGGERIMENTI CHE NE DERIVANO. 4. IL GRADO DI APPLICAZIONEìDEI MANUALI ESISTENTI. CIO CHE I MANUALI SULLA REDAZIONE DEIìTESTI NORMATIVI NON POSSONO OTTENERE. 5. I RISULTATI DELLAìINDAGINE SULLE PROCEDURE SEGUITE NELLE REGIONI PER QUANTOìATTIENE ALLE TECNICHE REDAZIONALI, E LE PROPOSTE CHE NE...
MAINO, FRANCA
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 5/2000, pág. 905
1. Regolamentazione e accreditamento. 2. Lanormativa sull'accreditamento (1992/1998). 3.L'accreditamento nel d.lgs. 229/99. 4. L'accreditamento alivello regionale. 5. Conclusioni.
LA RETE DISTRIBUTIVA ITALIANA AL DETTAGLIO ALLE SOGLIE DEL 2000
OTTIMO, EGIDIO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 4/1999, pág. 653
1. Introduzione. 2. La dinamica della retedistributiva in sede fissa. a) I processi di contrazione inatto. b) L'impatto della normativa commerciale sullastruttura distributiva: dalla l. 426/71 al d.lgs 114/98. 3.La distribuzione alimentare. a) L'evoluzione della rete. b)L'evoluzione delle forme distributive. c) Le prospettive disviluppo della...
1. Introduzione. 2. La dinamica della retedistributiva in sede fissa. a) I processi di contrazione inatto. b) L'impatto della normativa commerciale sullastruttura distributiva: dalla l. 426/71 al d.lgs 114/98. 3.La distribuzione alimentare. a) L'evoluzione della rete. b)L'evoluzione delle forme distributive. c) Le prospettive disviluppo della rete alimentare. 4. La distribuzione nonalimentare in sede fissa. a) L'evoluzione della rete. b)L'evoluzione delle forme distributive. c) Le prospettive disviluppo della rete non alimentare. 5. Considerazioniconclusive.
LA RICERCA SCIENTIFICA TRA AUTONOMIA E INDIRIZZO POLITICO, TRA UNIFORMITA E DIFFERENZIAZIONE
MERLONI, FRANCESCO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 5/2002, pág. 797
1. Premessa. 2. Tendenze attuali della disciplina giuridica della ricerca scientifica in Italia. 3. Per una riflessione di fondo sul ruolo e il destino della ricerca scientifica: le te "aree" di ricerca. 4. Una risposta possibile: gli enti di ricerca non strumentale come "amministrazioni repubblicane".
LA RIFORMA DEI CONTROLLI SUGLI ENTI LOCALI IN FRANCIA: UN ESEMPIO DA IMITARE?.
STADERINI, FRANCESCO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 12/1987, pág. 87
LA RIFORMA DEL COMMERCIO E IL RUOLO DELLE REGIONI
CASTELLINI, PAOLA;RICCIARDELLI, MAURIZIO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 4/1999, pág. 721
1. Le nuove leggi sul commercio in Emilia-Romagna.2. Le leggi della Regione Emilia-Romagna di attuazione dellariforma.
LA RIFORMA DEL TITOLO V TRA RESISTENZA AL CAMBIAMENTO E INCOMPIUTEZZA DELLE SCELTE.
FRANCO PIZZETTI
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 3/2003, pág. 529 a 549
LA RIFORMA DEL TITOLO V TRA RESISTENZA AL CAMBIAMENTO E INCOMPIUTEZZA. DELLE SCELTE.
FRANCO PIZZETTI.
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 3/2003, pág. 529 a 549
LA RIFORMA DELLA RIFORMA. UNO SGUARDO SUL DOPO REFERENDUM
D'ATENA, ANTONIO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 3/2001, pág. 627
1. Un tema bipartisan. 2. Regionalismo cooperativoversus regionalismo competitivo. 3. Il nodo della secondaCamera. 4. L'ipotesi della konkurrierende Gesetzgebung. 5.La costituzionalizzazione dei raccordi. 6. La questionedell'amministrazione. 7. Il regionalismo asimmetrico e laBozza-Bossi.
LA RIFORMA ELETTORALE IN TRENTINO E LA REGIONE "SVUOTATA".
ENRICO PUCCI
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 1/2003, pág. 163 a 177
I. IL TRENTINO NORMALIZZATO. II. L'ALTO ADIGE DIFFERENZIATO. III. LA REGIONE DIMENTICATA. IV. LE ULTIME DELEGHE DI FUNZIONI ALLE DUE PROVINCE. V. LANDINI E DONNE: MINORANZE GARANTITE.
LA RIFORMA ELETTORALE PER LE REGIONI
MARIUCCI, LUIGI;OTROS
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 4/1993, pág. 739
1. La riforma elettorale delle Regioni nellaìprospettiva della riforma regionalista dello Stato. 2. Tempiìe percorso della riforma elettorale delle Regioni. 3. Iìmeccanismi della riforma elettorale dei Consigli regionali:ìprincipi e possibili soluzioni.
ROJO SALGADO, ARGIMIRO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 1/2006, pág. 65 a 96
1. Introduzione. 2. Il completamento dello Stato autonomico attraverso l'apertura formale verso il federalismo. 3. Un federalismo cooperativo e solidale. 4. Un federalismo pluralista (asimmetrico?) e rispettoso dei fattori differenziali. 5. Le conseguenze della federalizzazione dello Stato autonomico: il miglioramento delle relazioni intergovernative...
1. Introduzione. 2. Il completamento dello Stato autonomico attraverso l'apertura formale verso il federalismo. 3. Un federalismo cooperativo e solidale. 4. Un federalismo pluralista (asimmetrico?) e rispettoso dei fattori differenziali. 5. Le conseguenze della federalizzazione dello Stato autonomico: il miglioramento delle relazioni intergovernative e le riforme istituzionali. 5.1. Il miglioramento delle relazioni intergovernative. 5.2. La partecipazione delle Comunidades Autonomas nell'Unione europea.
COLOMBARI, STEFANO
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 1/1999, pág. 31
1. Il d.lgs. n. 22 del 1997 e le riforme generali edi settore di servizi pubblici locali. 2. L'organizzazionedel servizio pubblico di gestione dei rifiuti come strumentoper il perseguimento di politiche ambientali e di tuteladella salute. 3. Gli aspetti organizzativi del d.lgs. n. 22del 1997. Condizioni e limiti alla potestà legislativa dellaRegione:...
1. Il d.lgs. n. 22 del 1997 e le riforme generali edi settore di servizi pubblici locali. 2. L'organizzazionedel servizio pubblico di gestione dei rifiuti come strumentoper il perseguimento di politiche ambientali e di tuteladella salute. 3. Gli aspetti organizzativi del d.lgs. n. 22del 1997. Condizioni e limiti alla potestà legislativa dellaRegione: in particolare in relazione alle forme dicooperazione. 4. Condizioni e limiti alla potestàlegislativa della Regione: in particolare in relazione agliàmbiti territoriali ottimali. 5. La Provincia come ente diraccordo tra Regioni ed enti locali in vista dell'attuazionedel d.lgs. n. 22 del 1997. 6. Il ruolo delle forme dicooperazione. 7. La titolarità del servizio pubblico digestione dei rifiuti e i rapporti tra i Comuni e le forme dicooperazione.
AGUADO I CUDOLÀ, VICENÇ
REGIONE E GOVERNO LOCALE, n.º 5/2004, pág. 813
1. INTRODUZIONE. IL CONTESTO DELL'IMMIGRAZIONE IN SPAGNA. 2. LE COMPETENZE DELLO STATO: I CONTROLLI DEI FLUSSI MIGRATORI E L'INTEGRAZIONE SOCIALE. 3. LE COMPETENZE DELLE REGIONI: LE POLITICHE SETTORIALE DI INTEGRAZIONE SOCIALE E LA PARTECIPAZIONE ALL DEFINIZIONE DELLA POLITICA MIGRATORIA. 4. LE COMPETENZE DEI COMUNI:L'AMMINISTRAZIONE PIÙ...
1. INTRODUZIONE. IL CONTESTO DELL'IMMIGRAZIONE IN SPAGNA. 2. LE COMPETENZE DELLO STATO: I CONTROLLI DEI FLUSSI MIGRATORI E L'INTEGRAZIONE SOCIALE. 3. LE COMPETENZE DELLE REGIONI: LE POLITICHE SETTORIALE DI INTEGRAZIONE SOCIALE E LA PARTECIPAZIONE ALL DEFINIZIONE DELLA POLITICA MIGRATORIA. 4. LE COMPETENZE DEI COMUNI:L'AMMINISTRAZIONE PIÙ VICINA ALL'IMMIGRANTE E I SERVIZI LOCALI. 5. CONCLUSIONI: LA NECESSITÀ DI SUPERARE IL CARATTERE "ESCLUSIVO" DELLE COMPETENZE DELLO STATO IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE.