LA LEGGE DI APPROVAZIONE DEGLI STATUTI REGIONALI ORDINARI TRA LE NORME E LA PRASSI
LUPO, NICOLA
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 3/1995, pág. 965
1. Premessa: l'utilità di uno studio della legge di approvazione degli statuti regionali "a constituzione vigente", alla luce delle incertezze dei progetti di revisione del titolo V cost. e dell'ambiguità dell'attuale quadro costituzionale. 2. La procedura per l'approvazione parlamentare degli statuti: a) le...
1. Premessa: l'utilità di uno studio della legge di approvazione degli statuti regionali "a constituzione vigente", alla luce delle incertezze dei progetti di revisione del titolo V cost. e dell'ambiguità dell'attuale quadro costituzionale. 2. La procedura per l'approvazione parlamentare degli statuti: a) le disposizioni contenute nella legge Scelba e nel regolamento della camera...
LA LEGGE ELETTORALE REGIONALE: ISTRUZIONI PER L'USO.
MATTEO COSULICH
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 3/2003, pág. 743 a 788
I.INTRODUZIONE. II.LA DISCIPLINA COSTITUZIONALE DELLA MATERIA ELETTORALE REGIONALE. III.GLI OGGETTI DELLA COMPETENZA LEGISLATIVA REGIONALE CONCORRENTE IN MATERIA ELETTORALE. IV.IL MANCATO COORDINAMENTO DELLE LEGGI COSTITUZIONALI N.1 DEL 1999 E N.3 DEL 2001. V.ART.122, 1º COMMA, COST. E RISERVE DI LEGGE. VI.ART.122, 1ºCOMMA, COST. E LEGGI...
I.INTRODUZIONE. II.LA DISCIPLINA COSTITUZIONALE DELLA MATERIA ELETTORALE REGIONALE. III.GLI OGGETTI DELLA COMPETENZA LEGISLATIVA REGIONALE CONCORRENTE IN MATERIA ELETTORALE. IV.IL MANCATO COORDINAMENTO DELLE LEGGI COSTITUZIONALI N.1 DEL 1999 E N.3 DEL 2001. V.ART.122, 1º COMMA, COST. E RISERVE DI LEGGE. VI.ART.122, 1ºCOMMA, COST. E LEGGI RINFORZATE. ....
LABRIOLA, SILVANO
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 1/1995, pág. 25
1. Premessa. 2. Relazione fiduciaria e formazione dell'esecutivo nell'ordinamento delle regioni di diritto comune. 3. La forma di governo parlamentare e la disciplina costituzionale degli organi regionali: le ambiguità di una classificazione scientifica e la rigidità del sistema delle fonti. 4. La crisi della relazione fiduciaria...
1. Premessa. 2. Relazione fiduciaria e formazione dell'esecutivo nell'ordinamento delle regioni di diritto comune. 3. La forma di governo parlamentare e la disciplina costituzionale degli organi regionali: le ambiguità di una classificazione scientifica e la rigidità del sistema delle fonti. 4. La crisi della relazione fiduciaria e la...
CASALE, GIUSEPPE
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 2/1995, pág. 535
1. Premessa. 2. Introduzione alla logica del nuovo ordinamento contabile. 3. Natura e struttura dei nuovi documenti contabili. a) La relazione Previsionale e Programmatica (art. 12 D. Lgs. 77/95). b) Il bilancio pluriennale (art. 13 D. Lgs 77/95). c) Il bilancio annuale di previsione (art. 7 D. Lgs. 77/95). d) Il piano esecutivo di Gestione...
1. Premessa. 2. Introduzione alla logica del nuovo ordinamento contabile. 3. Natura e struttura dei nuovi documenti contabili. a) La relazione Previsionale e Programmatica (art. 12 D. Lgs. 77/95). b) Il bilancio pluriennale (art. 13 D. Lgs 77/95). c) Il bilancio annuale di previsione (art. 7 D. Lgs. 77/95). d) Il piano esecutivo di Gestione (art. 11 D Lgs. 77/95).
LA MOTIVAZIONE DEL DECRETO-LEGGE. PRIME RIFLESSIONI SUL TEMA
BERNABEI, GUGLIELMO
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 1/2011, pág. 129 a 145
1. Motivazione e ruolo del decreto legge. 2. Motivazione e nozione di "evidente mancanza dei presupposti". 3. Motivazione e analisi dei "dati intrinseci ed estrinseci". 4. Motivazione inadeguata e rischio dell'eccesso di potere. 5. Conclusioni.
BOCCALATTE, SILVIO
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 2/2009, pág. 681 a 718
PARTE I. LA MOTIVAZIONE DELLA LEGGE: PROFILI TEORICI E DEFINITORI. 1. La struttura logica della motivazione della legge. 1.1. La nozione di "motivi". 1.1.1. I dati normativi. 1.1.2. Le circostanze fattuali. 1.2. La nozione di "fini". 1.3. La nozione di "mezzi". 2. Il ruolo dei valori: la motivazione della legge...
PARTE I. LA MOTIVAZIONE DELLA LEGGE: PROFILI TEORICI E DEFINITORI. 1. La struttura logica della motivazione della legge. 1.1. La nozione di "motivi". 1.1.1. I dati normativi. 1.1.2. Le circostanze fattuali. 1.2. La nozione di "fini". 1.3. La nozione di "mezzi". 2. Il ruolo dei valori: la motivazione della legge come discorso apodittico. 3. La nozione di motivazione formale e la sua fenomenologia. 4. La motivazione della legge e la (ir)rilevanza del suo autore. PARTE II- SULLA FORMA DELLA MOTIVAZIONE DELLA LEGGE. 5. Motivare le leggi: come?. 5.1. Nei preamboli. 5.2. Nell'articolato della legge. 5.3. Nei lavori preparatori. PARTE III- RIFLESSIONI SULL'(IN)OPPORTUNITÀ E SULL'(IN)UTILITÀ DI MOTIVARE LE LEGGI. 6. Motivare le leggi: per quale scopo?. 6.1. Finalità ermeneutica. 6.1.1. Motivazione appartenente al documento legislativo e introdotta con finalità ermeneutica. 6.1.2. (segue) Motivazione non appartenente al documento legislativo e introdotta con finalità ermeneutica. 6.2. Finalità di ausilio all'operato della Corte costituzionale, con specifico riguardo al giudizio di eguaglianza-ragionevolezza. 6.3. Finalità di giustificazione del titolo di competenza a legiferare. 6.4. Finalità di informazione, persuasione e sostegno alla democrazia partecipativa. 7. Motivare le leggi? Un'ipotesi teorica e ricostruttiva.
MIGNONE, CLAUDIO
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 3/2005, pág. 633 a 658
1. CENNI INTRODUTTIVI. 2. I SOGGETTI PARTECIPANTI. 3. L'INIZIATIVA POPOLARE. 4. I REFERENDUM. 5. L'AMMINISSIONE DELLE PROPOSTE LEGISLATIVE E DEI REFERENDUM. 6. LE PETIZIONI E LE ISTANZE. 7. LA PUBBLICITÀ DEGLI ATTI E L'INFORMAZIONE. 8. LA TUTELA GIURISDIZIONALE PER NEGATA PARTECIPAZIONE.
LA PEREQUAZIONE DEL FONDO REGIONALE IN LIGURIA: ANALISI CRITICA E PROPOSTE DI MODIFICA
PROFITI, GIUSEPPE
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 3/2002, pág. 735
1. Premessa. 2. Aspetti teorici dei trasferimenti e l'offerta di perequazione. 3. Il quadro della Liguria e la domanda di perequazione. 4. L'interazione demografica-territoriale e la capacità finanziaria degli enti locali liguri. 5. Il comportamento di spesa degli enti locali liguri: l'analisi fattoriale. 6. Il modello...
1. Premessa. 2. Aspetti teorici dei trasferimenti e l'offerta di perequazione. 3. Il quadro della Liguria e la domanda di perequazione. 4. L'interazione demografica-territoriale e la capacità finanziaria degli enti locali liguri. 5. Il comportamento di spesa degli enti locali liguri: l'analisi fattoriale. 6. Il modello regionale perequativo per la ripartizione del fondo regionale per l'attuazione del piano degli interventi. 7. Alcune considerazioni sul modello perequativo ligure. 8. Conclusioni. Appendice 1. Appendice 2. Bibliografia.
LA RESPONSABILITÀ DI RISULTATO DEI DIRIGENTI PUBBLICI
GATTO, ALESSIA
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 3/2008, pág. 817 a 834
RUGGERI, ANTONIO
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 2/2001, pág. 565
Sez. I: Profili metodico-ricostruttivi. Sez II : Profili sostanziali di dinamica della normazione. Sez III: Profili processuali.
LA RIFORMA DEGLI STATUTI REGIONALI IN SPAGNA: PROBLEMATICA GIURIDICA
MIGUEZ MACHO, LUIS
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 3/2007, pág. 629 a 653
1. INTRODUZIONE. 2. NATURA E CONTENUTO DEGLI STATUTI REGIONALI NEL DIRITTO SPAGNOLO. 2.1. IL DIBATTITO SULLA FUNZIONE COSTITUZIONALE DEGLI STATUTI REGIONALI. 2.2. GLI STATUTI COME NORME DI RANGO INFRACOSTITUZIONALE. 2.3. GLI STATUTI COME NORME ISTITUZIONALI FONDAMENTALI DELLE COMUNITÀ AUTONOME. 2.4. GLI STATUTI COME LEGGI ORGANICHE STATALI....
1. INTRODUZIONE. 2. NATURA E CONTENUTO DEGLI STATUTI REGIONALI NEL DIRITTO SPAGNOLO. 2.1. IL DIBATTITO SULLA FUNZIONE COSTITUZIONALE DEGLI STATUTI REGIONALI. 2.2. GLI STATUTI COME NORME DI RANGO INFRACOSTITUZIONALE. 2.3. GLI STATUTI COME NORME ISTITUZIONALI FONDAMENTALI DELLE COMUNITÀ AUTONOME. 2.4. GLI STATUTI COME LEGGI ORGANICHE STATALI. 3. L'INTRODUZIONE DI REGOLAZIONI MATERIALI NEGLI STATUTI REGIONALI: GLI ELENCHI DI DIRITTI E PRINCIPI DIRETTIVI. 4. RIFORME STATUTARIE E SISTEMA DELLE FONTI DEL DIRITTO NEGLI ORDINAMENTI DELLE COMUNITÀ AUTONOME. 5. RIFORME STATUTARIE ED ORGANIZZAZIONE E COMPETENZE DELLO STATO. 5.1. DISPOSIZIONI STATUTARIE SULLA COMPOSIZIONE ED IL FUNZIONAMENTO DI ORGANI, ISTITUZIONI ED ENTI PUBBLICI STATALI. 5.2. DISPOSIZIONI STATUTARIE SULL'ESTENSIONE DELLE COMPETENZE STATALI. 6. L'"INTERIORIZZAZIONE" DELLE AUTONOMIE LOCALI DA PARTE DELLE COMUNITÀ AUTONOME. 7. RIFLESSIONI CONCLUSIVE: VALIDITÀ ED EFFICACIA GIURIDICA DELLE NUOVE CLAUSOLE STATUTARIE. IL FUTURO DELLO STATO AUTONOMICO SPAGNOLO.
LA RIFORMA DEL PUBBLICO IMPIEGO
TREU, TIZIANO
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 1/1992, pág. 89
BELLINATO, LUCA; SCARSI, MARIA CRISTINA
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 2/2006, pág. 383 a 401
PREMESSA. 1. LA RIFORMA NAZIONALE DEL SETTORE DEL T.P.L. IN ITALIA. 2. IL PERCORSO DI RIFORMA DI GENOVA. 3. GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE P.U.T. E P.U.M. 4. DOTAZIONE STRUMENTALE DI SETTORE. 4.1. IL SISTEMA INFORMATIVO MOBILITÁ E TRASPORTI. 4.2. IL MODELLO DI SIMULAZIONE DEL TRAFFICO. 5. PRIME APPLICAZIONI. 5.1. INDICATORI DI PRODUZIONE...
PREMESSA. 1. LA RIFORMA NAZIONALE DEL SETTORE DEL T.P.L. IN ITALIA. 2. IL PERCORSO DI RIFORMA DI GENOVA. 3. GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE P.U.T. E P.U.M. 4. DOTAZIONE STRUMENTALE DI SETTORE. 4.1. IL SISTEMA INFORMATIVO MOBILITÁ E TRASPORTI. 4.2. IL MODELLO DI SIMULAZIONE DEL TRAFFICO. 5. PRIME APPLICAZIONI. 5.1. INDICATORI DI PRODUZIONE DEL SERVIZIO, DI COSTO E RICAVO. 5.2. VALUTAZIONE SUL PROGETTO DI RIORDINO DELLA RETE DEI TRASPORTI URBANI. 5.3. PREDISPOSIZIONE DELL'ALLEGATO TECNICO AL CONTRATTO DI SERVIZIO. 6. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE. -BIBLIOGRAFIA.
LA RIFORMA DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE A LIVELLO REGIONALE: STATO DI ATTUAZIONE E PROBLEMI APERTI
BURLANDO, CLAUDIA
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 2/2001, pág. 547
1. La riforma come passagio di competenze dal livello centrale ai livelli periferici e l'introduzione di procedure concorsuali. 2. Servizi ferroviari di interesse regionale e locale. 3. Problemi emersi.
LA RIPRESA DEL PROCESSO DI DÉCENTALISATION IN FRANCIA
AUTIN, JEAN-LOUIS
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 3/2004, pág. 1071
1. IL CONTESTO DELLA RIFORMA. 2. LA GENESI DELLA REVISIONE. I. TRA DÉCENTRALISATION E SUSSIDIARIETÀ: A) UN'ASSOCIAZIONE IMPREVISTA: 1. IL CONTRASTO DEI PRINCIPI. 2. IL DUPLICE RIFERIMENTO TESTUALE. B) PROSPETTIVE ALEOATORIE: 1. LA VAGHEZZA DELLA SUSSIDIARIETÀ. 2. I RISCHI DELLA RIFORMA. II. TRA UNIFORMITÀ E DIVERSITÀ: A) LA DIFFERENZIAZIONE...
1. IL CONTESTO DELLA RIFORMA. 2. LA GENESI DELLA REVISIONE. I. TRA DÉCENTRALISATION E SUSSIDIARIETÀ: A) UN'ASSOCIAZIONE IMPREVISTA: 1. IL CONTRASTO DEI PRINCIPI. 2. IL DUPLICE RIFERIMENTO TESTUALE. B) PROSPETTIVE ALEOATORIE: 1. LA VAGHEZZA DELLA SUSSIDIARIETÀ. 2. I RISCHI DELLA RIFORMA. II. TRA UNIFORMITÀ E DIVERSITÀ: A) LA DIFFERENZIAZIONE STATUTARIA: 1. IL PRECEDENTE DELL'OLTREMARE. 2. L'ESTENSIONE ALLA METROPOLI. B) LA DIVERSITÀ FUNZIONALE: 1. LA CONSACRAZIONE DELLA FACOLTÀ DI SPERIMENTAZIONE. 2. I PERICOLI.- CONCLUSIONI.
LA SEMPLIFICAZIONE DELLE LEGGI REGIONALI
ITALIA, VITTORIO
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 1/2009, pág. 45 a 55
1. Premessa. 2. Le "leggi cornice" dello Stato e le leggi delle Regioni. 3. Le soluzioni adottate per la semplificazione delle leggi regionali. 3.1. La soluzione dell'abrogazione delle leggi regionali. 3.1.1. Considerazioni sulle tesi dei Aurelio Saliceti sulla semplificazione delle leggi. 3.2. La soluzione dell'elaborazione...
1. Premessa. 2. Le "leggi cornice" dello Stato e le leggi delle Regioni. 3. Le soluzioni adottate per la semplificazione delle leggi regionali. 3.1. La soluzione dell'abrogazione delle leggi regionali. 3.1.1. Considerazioni sulle tesi dei Aurelio Saliceti sulla semplificazione delle leggi. 3.2. La soluzione dell'elaborazione di testi unici. 4. Le attuali leggi regionali comme leggi di sistema e la necessità di provvedere alla formulazione di leggi di principio regionali. 4.1. Il metodo della semplificazione delle leggi regionali attuato mediante l'elaborazione di leggi di principio regionali. 5. Conclusioni
CROSETTI, ALFREDO
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 1/2011, pág. 21 a 64
1. Premessa. Il principio della semplificazione amministrativa: oggetti e tecniche. 2. Le semplificazioni nei procedimenti di pianificazione del territorio: la copianificazione. 3. La cooperazione istituzionale e la copianificazione nella più recente legislazione regionale. 4. Le conferenze di copianificazione: tipologie, procedimenti e attori....
1. Premessa. Il principio della semplificazione amministrativa: oggetti e tecniche. 2. Le semplificazioni nei procedimenti di pianificazione del territorio: la copianificazione. 3. La cooperazione istituzionale e la copianificazione nella più recente legislazione regionale. 4. Le conferenze di copianificazione: tipologie, procedimenti e attori. 5. Accordo e dissenso nelle conferenze di copianificazione: gli interessi c.d. critici o sensibili. 6. Copianificazione, accordi di pianificazione e interessi partecipativi dei privati. 7. Brevi considerazioni conclusive su copianificazione e VAS e principio di leale collaborazione.
POGGI, ANNAMARIA
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 3/2001, pág. 933
1. Sussidiarietà e Costituzione tra continuità e innovazione. 2. Le resistenze all'applicazione del principio: a) la sussidiarietà non è principio obbligatorio.Critica. 3. Le resistenze all'applicazione del principio; b) la sussidiarietà come criterio procedurale e non sostanziale. Critica. 4. Sussidiarietà orizzontale...
1. Sussidiarietà e Costituzione tra continuità e innovazione. 2. Le resistenze all'applicazione del principio: a) la sussidiarietà non è principio obbligatorio.Critica. 3. Le resistenze all'applicazione del principio; b) la sussidiarietà come criterio procedurale e non sostanziale. Critica. 4. Sussidiarietà orizzontale ed esercizio di funzioni amministrative autoritative e di regolazione. 5. Sussidiarietà orzzontale e perseguimento di interessi generali. 6. la sussidiarietà orizzontale e il quadro costituzionale di integrazione pubblico-privato nell'esercizio delle funzioni pubbliche. 7. Conclusioni.
LA SUSSIDIARIETÀ VERTICALE NEL RAPPORTO FRA REGIONE ED ENTI LOCALI
VIPIANA, PATRIZIA
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 3/2005, pág. 815 a 834
1. LA MENZIONE PLURIMA DEL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ NELLO STATUTO LIGURE. 2. LA SUSSIDIARIETÀ COME PRINCIPIO GENERALE. 3. LA SUSSIDIARIETÀ E LA DISTRIBUZIONE DELLE COMPETENZE AMMINISTRATIVE FRA REGIONE ED ENTI LOCALI. 4. LA SUSSIDIARIETÀ E IL POTERE SOSTITUTIVO DELLA REGIONE NEI CONFRONTI DEGLI ENTI LOCALI. 5. LE GARANZIE DEL PRINCIPIO...
1. LA MENZIONE PLURIMA DEL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ NELLO STATUTO LIGURE. 2. LA SUSSIDIARIETÀ COME PRINCIPIO GENERALE. 3. LA SUSSIDIARIETÀ E LA DISTRIBUZIONE DELLE COMPETENZE AMMINISTRATIVE FRA REGIONE ED ENTI LOCALI. 4. LA SUSSIDIARIETÀ E IL POTERE SOSTITUTIVO DELLA REGIONE NEI CONFRONTI DEGLI ENTI LOCALI. 5. LE GARANZIE DEL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ.
LA TITOLARITÁ DELLA POTESTÁ REGOLAMETNARE DELLE REGIONI: PROFILI PROBLEMATICI
TAMBURRINI, VALENTINA
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 1/2004, pág. 181 a 192
SOMMARIO: 1. IL DIBATTITO SULLA TITOLARITÁ DEL POTERE REGOLAMENTARE 2. GLI ORIENTAMENTI DELLA IURISPRUDENZA AMMINISTRATIVA E COSTITUZIONALE 3. LA TESI PREFERIBLE 4. LA PROBLEMATICA SOPRAVVIVENZA DELLE DISPOSIZIONI STATUTARIE
LE AMMINISTRAZIONI INDIPENDENTI ED I CONTROLLI AMMINISTRATIVI SUGLI INTERESSI. UNA CAMICIA DI NESSO
PASSARO, MICHELE
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 4/1996, pág. 1143
1. Premessa. 2. L'evoluzione delle amministrazioni indipendenti. 3. Gli albori. 4. La loro stabilizzazione come organismi di controllo. 5. L'affrancamento dall'esecutivo. 6. La maturazione degli anni '90. 7. Verso una diversa legittimazione. 8. La problematica riconduzione alla categoria del controllo.
PERICU, GIUSEPPE
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 4/1991, pág. 975
LE ASSOCIAZIONI DI PROMOZIONE SOCIALE
SICONOLFI, PAOLO
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 3/2001, pág. 955
1. Considerazioni introduttive e generali. 2. Finalità e oggetto. 3. Definizione delle associazioni di promozione sociale. 4. Mancanza del fine di lucro. 5. Eredità, donazioni e legati. 6. Costituzione delle associazioni. 7. Rappresentanza delle associazioni di promozione sociale e responsabilità degli amministratori. Accesso ai provvedimenti...
1. Considerazioni introduttive e generali. 2. Finalità e oggetto. 3. Definizione delle associazioni di promozione sociale. 4. Mancanza del fine di lucro. 5. Eredità, donazioni e legati. 6. Costituzione delle associazioni. 7. Rappresentanza delle associazioni di promozione sociale e responsabilità degli amministratori. Accesso ai provvedimenti amministrativi...
PARODI, GIANPAOLO
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 4/1997, pág. 1167
LE FIGURE DELL'INTERVENTO PUBBLICO NEL MERCATO TRA DIRIGISMO E LIBERISMO
COFRANCESCO, GIOVANNI
QUADERNI REGIONALI. RIVISTA TRIMESTRALE DI STUDI E DOCUMENTAZIONE, n.º 3/2007, pág. 525 a 559
1. L'INTERVENTO PUBBLICO NEL MERCATO: IL PARADOSSO (APPARENTE) SECONDO CUI PIÙ SI PRIVATIZZA PIÙ AUMENTA IL DIRIGISMO. 2. LA DISCREZIONALITÀ AMMINISTRATIVA NELLA CONFORMAZIONE DEL MERCATO DI BENI E SERVIZI ALLA LUCE DELLA TEORIA DELLE FIGURE DELL'INTERVENTO PUBBLICO NEL MERCATO. 3. LE FORME LIMITATIVE (O AD EFFETTI "NEGATIVI"):...
1. L'INTERVENTO PUBBLICO NEL MERCATO: IL PARADOSSO (APPARENTE) SECONDO CUI PIÙ SI PRIVATIZZA PIÙ AUMENTA IL DIRIGISMO. 2. LA DISCREZIONALITÀ AMMINISTRATIVA NELLA CONFORMAZIONE DEL MERCATO DI BENI E SERVIZI ALLA LUCE DELLA TEORIA DELLE FIGURE DELL'INTERVENTO PUBBLICO NEL MERCATO. 3. LE FORME LIMITATIVE (O AD EFFETTI "NEGATIVI"): LA FIGURA "ZERO" O DEL NON INTERVENTO PUBBLICO E SUE CONNOTAZIONI IN UN MERCATO LIBERISTA E/O CORPORATIVO-CLIENTELARE. 4. (CONTINUA): LA FIGURA DELL'INTERVENTO PUBBLICO NEL MERCATO TRAMITE AUTORITÀ REGOLATRICI: IL DIVERSO RUOLO DELLE AUTHORITYES NEL MONDO ANGLOSASSONE ED IN QUELLO EUROPEO. 5. (CONTINUA): LA FIGURA DELL'INTERVENTO PUBBLICO NEL MERCATO TRAMITE AUTORIZZAZIONI: SILENZIO-ASSENSO E D.I.A. 6. (CONTINUA): LE FIGURE "ESTREME" DEL DELL'INTERVENTO DIRETTO E INDIRETTO. 7. (CONTINUA): LA FIGURA DELL'INTERVENTO NEL MERCATO TRAMITE LA GESTIONE DIRETTA DELL'ATTIVITÀ. 8. (CONTINUA): LA FIGURA DELL'INTERVENTO NEL MERCATO A MEZZO DI INCENTIVI O DISINCENTIVI. L'AMBIGUITÀ DEL DIVIETO COMUNITARIO AGLI AIUTI DI STATO. 9. LE FIGURE CONFORMATIVE DEL MERCATO (O AD EFFETTI POSITIVI). 10. (CONTINUA): LA FIGURA DI INTERVENTO NEL MERCATO CON SOGGETTI CONTROLLATI E/O CONCESSIONARI PUBBLICI; LA SOPPRESSIONE DEL MINISTERO DELLE PARTECIPAZIONI STATALI E LA "IRIZZAZIONE" DEGLI ENTI LOCALI. 11. (CONTINUA): LA FIGURA DELL'INTERVENTO PUBBLICO NEL MERCATO ATTRAVERSO GLI ACCORDI TRA PUBBLICO E PRIVATO. 12. (CONTINUA): LA FIGURA DELL'INTERVENTO PUBBLICO NEL MERCATO CON L'AZIONE GLOBALE: IL SETTORE TELEFONICO E BANCARIO. 13. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE.